Hatsu hinode. Prima alba, primo sole.

 

Nella stanza da té in quella che è stata - per poco ahimé - la "nostra" casa a Kyoto. Viaggio del 2009.

Uchi harete

shōji mo shiroshi

hatsu kikage.

 

Chiarore improvviso.

Anche gli shōji sono bianchi.

Primo sole.

 

Anonimo*

 

* O meglio, autore non citato da Augustin Berque che riporta questo haiku nel suo Le sauvage et l’artifice. Les Japonais devant la nature (Paris, Gallimard, 1986).

Mi sembra però un bell’esempio del costume di considerare con particolare attenzione le prime cose dell’anno, così come le prime esperienze, le prime azioni (il primo sogno, il primo riso, il primo paesaggio ammirato, la prima alba, ecc. ecc.), cioè un invito a guardare il mondo con occhi nuovi e, come scrive Berque, a riscoprire il senso dei fatti e dei gesti della vita. Mi sembra che se ci soffermassimo anche noi un attimo a compiere con attenzione ciò che invece facciamo meccanicamente, anche il più piccolo gesto ci impegnerebbe a fare del nostro meglio e le piccole cose ci affascinerebbero come una grande scoperta. Niente male, per iniziare bene l’anno, vero?