Dettagli zen. Vedi alla voce “giardino del té”.

Preparando il libro sullo Zen, avevamo girato il Giappone scattando immagini nei templi delle varie scuole e in alcuni luoghi significativi collegati alle arti e all’estetica zen.  Alcune foto sono finite nel libro. Ne sceglierò qualcuna e la presenterò qui, con la relativa didascalia. Ricordo per me di viaggi straordinari, di studi entusiasmanti e… di un libro.

Il sentiero del tè che porta al padiglione Meimei-an, Matsue. Estate 2005.

 

“Alla cerimonia del tè ben si adatta il pruno, il crisantemo d’inverno, le foglie gialle cadute, il bambù verde, i vecchi alberi e la brina all’alba.” Sen no Rikyū

 

Ispirato in origine al romitaggio di montagna, il giardino del tè è in genere costituito da uno spazio verde di piccole dimensioni in cui un sinuoso sentiero di pietra reca allo chashitsu, il padiglione del tè e il cui scopo è quello di infondere nell’ospite della cerimonia del tè un sentimento di solitudine e di distacco dal mondo, di calma interiore. Le piante sono scelte con cura in funzione del fitto fogliame al fine di dare un’impressione di armonia, di rispetto, di purezza, di tranquillità (wa, kei, sei, jaku) secondo le regole dettate da Sen no Rikyū e soprattutto da un’idea di naturalezza accuratamente perseguita. Non mancano però latifoglie caducifoglie e cespugli a bacche rosse i cui mutamenti stagionali alludono al concetto buddhista di impermanenza del mondo fenomenico (mujō) e interrompono l’apparente monotonia di un giardino da cui sono banditi fiori grandi e colori vivaci. La maggior parte dei chaniwa è caratterizzata da un’accurata collocazione di pietre a formare un sentiero (tobiishi) che permette di accedere allo chashitsu, attraverso un percorso che introduca all’intima comunicazione del rito del tè. Le regole di composizione formalizzate da Rikyū e arricchite dai successivi maestri del tè Furuta Oribe e Kobori Enshū prevedono la presenza di cancelli di bambù, padiglioni per il riposo dell’ospite (machiai), una lanterna in pietra ed infine una vasca in pietra (tsukubai) su cui è poggiato un mestolo in bambù dal lungo manico per la purificazione rituale. Il tutto è governato dalla ricerca della funzionalità associata agli ideali estetici di essenzialità, asimmetria e bellezza effimera.

 

Vedi a pag. 290 di