Il nostro primo incontro (con il Giappone), II

kokinheian

 

IL MIO INIZIO CON IL GIAPPONE

Vorrei che degli amici ci raccontassero in questo spazio il loro primo incontro con l’idea del Giappone, più che con la realtà di un viaggio o di un’esperienza vissuta.
Insomma, la nascita del loro interesse, della loro passione.

L’amica Claudia Mezzabotta racconta la propria esperienza.

 

Passeggiando nel giardino del Kinkakuji, Kyoto.
Passeggiando nel giardino del Kinkakuji, Kyoto.

 

Studiare il giapponese per avvicinarsi al popolo del Sol Levante

 

Fino a poco tempo fa, e certamente prima dell’incontro di cui vi dirò più oltre, ero convinta, come credo accada a molti di noi nati in Paesi cosiddetti “occidentali”, che i giapponesi fossero “esseri impenetrabili”, così diversi e riservati da concederci ben poche possibilità di avvicinamento. Poi, circa quattro anni fa, ho incontrato Yumiko ed è stato l’inizio di un cammino nuovo, “verso Oriente”.

Ho conosciuto Yumiko a Smirne, in Turchia, dove stavo passando tutte le mie quattro settimane di ferie a studiare turco in un istituto che fa parte dell’Università di Ankara e che organizza corsi di lingua per stranieri. Era già il mio terzo anno consecutivo di studi estivi di quella lingua, di cui parallelamente stavo seguendo da diverso tempo un corso di grammatica presso l’ISIAO di Milano. Ed era il terzo anno che, con mia notevole sorpresa, trovavo in classe studenti giapponesi, bravissimi e diligentissimi, proprio corrispondenti all’immagine stereotipata che avevo di loro. Nessun italiano, invece, in tutta la scuola. Ebbene, a Smirne decido di “avvicinarmi” a Yumiko, incoraggiata anche dal fatto che questa ragazza mi pareva particolarmente spigliata ed estroversa, ai miei occhi “molto poco giapponese”, appassionata com’era di Turchia e di calcio. Così, comunicando in turco, abbiamo fatto amicizia e abbiamo passato parecchio tempo insieme, studiando e pure divertendoci, nella calda estate mediterranea.

Un giorno, davanti a un piatto di doener kebap, mi azzardo a chiederle se fosse vero, come spesso si pensa in Occidente, che i giapponesi in generale fossero tutti così timidi e impegnati solo a lavorare e a studiare.

Yumiko, con un bel sorriso, mi risponde più o meno così: “So che in Occidente questo è il pensiero dominante sui giapponesi, ma è un equivoco. In Giappone ci sono persone timide e persone estroverse, persone silenziose e persone chiacchierone, pigri e diligenti, bravi e somari, esattamente come in ogni parte del mondo. Però, è anche vero che, sebbene tutti da decenni studiamo la lingua inglese, che consideriamo indispensabile per comunicare con gli Occidentali in generale, la maggior parte di noi, se si sente “inadeguata” nella conoscenza di questa lingua, non ha il coraggio di esporsi, di provare, di “buttarsi” e parlare con gli stranieri, temendo di fare brutte figure. Quindi, una delle chiavi fondamentali per penetrare il mondo giapponese è di sicuro lo studio della lingua. Viste le notevoli analogie grammaticali, soprattutto sintattiche, che esistono tra il turco e il giapponese, fossi in te ci proverei!”

Ecco, questo è il motivo per cui mi ci sono buttata a capofitto, nello studio del giapponese. Che la sintassi presenti alcune analogie, è in effetti vero, ma lo studio dei kanji…. mi fa disperare!!! (Però io sono una donna molto testarda, e insisto.)

lingua

Claudia Mezzabotta

studentessa di lingua giapponese – ISIAO Milano

 

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