Kakemono al Museo delle Culture. Una nuova mostra a Lugano.

Anonimo, Cortigiana, kakemono (Dipinto su rotolo verticale), inizio XX sec., Museo delle Culture (MUSEC), Lugano.

 

MUSEC

Museo delle Culture

Villa Malpensata

Lugano

17 luglio 2020 – 21 febbraio 2021

Mostra

KAKEMONO. CINQUE SECOLI DI PITTURA GIAPPONESE

Capolavori dalla collezione Perino

a cura di Matthi Forrer

 

Una mostra che si prospetta davvero importante, questa dedicata alla pittura giapponese su rotolo verticale che verrà inaugurata il prossimo 16 luglio al Musec-Museo delle Culture di Lugano, nella prestigiosa sede di Villa Malpensata, sul lungo lago.

La mostra presenterà un centinaio di kakemono, (lett. “cosa appesa”), che provengono dalla collezione del torinese Claudio Perino e proporrà un percorso attraverso capolavori della pittura giapponese dal XVI al XX secolo.

Cos’è un kakemono? Chiamati anche kakejiku, sono dipinti o calligrafie su seta o carta, montati su rotolo verticale e, in generale, destinati a essere appesi con una rotazione periodica o stagionale, all’interno del tokonoma, la stretta alcova dal pavimento leggermente rialzato utilizzata per disporvi le opere d’arte più preziose di proprietà di una famiglia. Nel tokonoma di un padiglione del tè è di rigore la presenza di un kakemono il cui soggetto sarà sempre in consonanza con la stagione, scelto per esprimere l’animo di colui che ospita, facendo da mediatore fra questi e i suoi ospiti. 

Le opere esposte saranno ordinate secondo un percorso tematico articolato in cinque sezioni: Fiori e uccelli; Figure antropomorfe; Animali; Piante e fiori vari; Paesaggi. I soggetti sono prevalentemente naturalistici (fiori, uccelli e pesci) e mostrano  un’accuratezza di dettagli davvero straordinaria in opere di rara bellezza di artisti come Ōgata Korin (1658-1716), Tani Bunchō (1763-1840), Maruyama Ōkyo (1733-1795), attivo alla corte imperiale e fondatore della scuola pittorica “Maruyama-Shijō”, fra le più prestigiose di epoca Edo, Kishi Ganku (1749-1839), celebre per i suoi dipinti di tigri e Kusumi Morikage (1620-1690) pittore del periodo Edo nelle cui opere si riflette la simpatia per il mondo contadino.

La mostra si apre con i dipinti di fiori e uccelli (kachō-ga) che giocano su un’associazione allegorica tratta dalle poesie haiku, e prosegue con quelli che rappresentano figure antropomorfe, dapprima limitate ad alcune divinità buddhiste, a seguaci o discepoli del Buddha, a ritratti di figure shintoiste, o ancora a personaggi mutuati dalla tradizione cinese. Fu solo nel XVIII e XIX secolo che iniziano a comparire anche le persone comuni.

L’esposizione si chiude con i dipinti di paesaggio che veicolano un concetto idealizzato della natura. In tali opere si trovano spesso riprodotti fiumi, laghi, corsi d’acqua, pozze o ruscelli in primo piano e picchi montuosi sullo sfondo e, in scala minore, ponti, templi, padiglioni, edifici e piccole figure umane. È particolarmente interessante notare come questo genere sia quasi sempre realizzato con il solo inchiostro, con rare note di colore.
 
Il percorso è arricchito da due armature originali di samurai e da alcuni album di fotografie giapponesi di fine Ottocento, dalle copertine in lacca riccamente decorate, provenienti dalle collezioni del MUSEC.

Come ha dichiarato Francesco Paolo Campione, direttore del Museo delle Culture di Lugano: “Kakemono è un progetto che nasce con un’idea precisa: raccontare cinque secoli di storia dell’arte giapponese, accompagnando per mano il pubblico in un viaggio emotivo di forme e soggetti; un viaggio capace di restituire la peculiarità non solo della pittura ma, più ampiamente, della rappresentazione visiva nella civiltà giapponese.
L’esposizione di Villa Malpensata  è un nuovo capitolo nel percorso di studio della creatività e delle tradizioni culturali del Giappone, iniziato quindici anni fa dal MUSEC, con la rassegna dedicata alle foto sottomarine delle pescatrici di Hèkura, realizzate nel 1954 da Fosco Maraini, e proseguita con diversi altri capitoli, come quello sulle stampe erotiche (shunga) e quello sui capolavori della fotografia colorata a mano dell’Ottocento, di cui oggi possediamo una collezione di oltre 16.000 opere, di gran lunga la maggiore esistente al mondo».

È previsto che la mostra approdi al MAO di Torino nella primavera 2021. 

 

Date: 17 luglio 2020 – 21 febbraio 2021.

Orario: 11-18.

Chiuso il martedì.

Biglietti:

adulti: 15 franchi svizzeri (ridotto adulti: 10 franchi s.); ragazzi dai 6 ai 16 anni: 5 franchi svizzeri. Gratuito per i bambini fino a 6 anni.

Catalogo edito da Skira.

 

Museo delle Culture

Riva Antonio Caccia 5, Lugano (CH)

+41 58 866 69 60
info@musec.ch
http://www.musec.ch

 

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