Letture sotto gli aceri. Avvolto nelle nebbie.

Camminando nel giardino. Adachi bijutsukan, novembre 2015.

 

Il treno è vecchio, lento, dipinto di verde. Da qualche parte alla mia destra deve esserci il sentiero che ho percorso poco fa. A Nagiso prendo per la seconda volta l’autobus per Tsumago, sono un pendolare, lo faccio tutti i giorni. Ma oggi non vado direttamente al minshuku, passeggio ancora un po’ nel cortile del tempio, lungo le vecchie case di legno che mi ricordano un paesino di montagna nelle Asturie, tra le tombe ammassate, la ghiaia risponde al mio passo. Le prime luci si sono accese, le nebbie si levano dal fiume e avvolgono l’alto cartello con regole e proibizioni che i Tokugawa hanno messo qui in epoche passate, cingono il ponte, percorrono il sentiero, mi abbracciano e mi portano a casa. Lascio le mie scarpe accanto a quattro paia di scarponi, gli escursionisti hanno già fatto il bagno e dobbiamo andare a tavola, sorrisi, inchini, assaggi, il muto fraternizzare dei viaggiatori.

Il sake mi ha rilassato, il bagno fa il resto, stasera non vado a dormire subito, stasera traduco una poesia. E mentre da altri angoli del mishuku mi giungono fievoli, giovani voci nella lingua che non posso capire, mi occupo delle parole di Han-Shan, poeta cinese dell’epoca della dinastia T’ang, che visse da eremita su una montagna vicino a T’ien-T’ai.

 

Chiedono la via della Montagna Fredda.

La Montagna Fredda: nessuna via ci arriva.

D’estate il ghiaccio non si scioglie.

Il sole nascente svanisce nella nebbia.

Come vi sono giunto?

Il mio cuore non è uguale al tuo.

Se il tuo cuore fosse come il mio

Avresti già capito, saresti già qui.

 

Se scali la via della Montagna Fredda

La via della Montagna Fredda sale sempre più:

La lunga gola nascosta da cardi e massi,

L’ampio ruscello, l’erba velata di nebbia.

Il muschio è scivoloso anche senza pioggia,

Il pino canta ma non c’è vento.

Chi può spezzare i legami con il mondo

E venire qui con me tra le nuvole bianche?

 

La Montagna Fredda è una casa

Senza travi e senza muri.

Le sei porte a sinistra e a destra sono aperte

La sala è il cielo azzurro,

Le stanze tutte vuote, senza forma.

Il muro a oriente confine col muro a occidente

e in mezzo il nulla.

 

Se mi nascondo sulla Montagna Fredda

E vivo di erbe e di bacche

Per tutta la vita, perché ti dai pena?

Ciascuno segue il suo destino fino alla fine,

Giorni e mesi fluiscono come acqua,

Il tempo è una scintilla di pietra focaia.

Tu vai avanti nel mondo che gira,

Io sto qui, felice, solo tra le pietre.

 

Fin dal principio la Montagna Fredda è la mia casa

Vagavo nelle valli, lontano dal rumore.

Via, e mille cose non lasciano segno.

Libero, e tutto scorre tra le infinite stelle.

Non è una cosa, ma è davanti a me.

Ora conosco la perla del Buddha

E conosco il suo uso: sconfinata e perfetta e tonda come uno zero.

 

Cees Nooteboom

 

Da:

Cerchi infiniti. Viaggi in Giappone, traduzione di Laura Pignatti, Milano, Iperborea, 2017, pp. 90-92.

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