Luna d’autunno.

Dicono che la luna d’autunno sia la più bella dell’anno. Il suo chiarore, soprattutto se circondato da una corona di nubi o leggermente velato, è simbolo potente delle sottili sensazioni che l’autunno ci ispira (rimpianto, solitudine, nostalgia, appagamento, quiete). Sfumature che solo la poesia può rendere attraverso metafore, attraverso immagini, ma immagini sfocate, immagini ambigue, immagini sottilmente evocative…

Ammirare la luna d’autunno nella sua estrema bellezza è un’azione che i giapponesi chiamano tsukimi e compiono in una notte di plenilunio come questa. Insieme, bevendo e cantando.

 

Un tempo componevano waka come questo, di Kujō Yoshitsune (1169 – 1206):

La fine della strada

è tutt’una con il cielo:

piana di Musashi,

dalle erbe della landa emerge

il chiarore della luna.

(dallo Shinkokinwakashū, libro IV, waka n° 422).

 

A me piace la luna piena d’autunno.

tsuki
Suzuki Shōnen (1849-1918), Luna fra le nubi, rotolo verticale, inchiostro, oro e colori su seta.