Mukashi mukashi. Contro l’epidemia, leggiamo! Un antico racconto, ad esempio.

Specchio antico nella residenza di una famiglia guerriera, Matsue. Aprile 2019.

In passato viveva una coppia di sposi: l’uomo si chiamava Deyan, la donna era della famiglia Chen. Entrambi di bell’aspetto e ottimo carattere, vissero per lungo tempo insieme scambiandosi un amore profondo. Inaspettatamente scoppiò una guerra civile e tutti quanti, nobili o di umili condizioni, corsero a nascondersi sulle montagne e nelle foreste. Perfino genitori, figli e parenti stretti dovettero separarsi.

Fra coloro che fuggivano, nessuno era più dispiaciuto della separazione quanto Deyan e la sua sposa. Fecero in segreto il giuramento di ritrovarsi di nuovo insieme, in qualsiasi luogo, non appena la guerra fosse finita. Come segno di riconoscimento, spezzarono in due lo specchio che la donna conservava da lungo tempo e ne serbarono un pezzo ciascuno.

Dovunque capitasse loro di stare, nel quindicesimo giorno di ogni mese avrebbero portato lo specchio al mercato locale per sapere se qualcuno avesse chiesto informazioni su uno specchio diviso a metà: così avrebbero avuto la possibilità di venire a sapere dell’altro. Poi si separarono in lacrime.

Dopo la separazione i giorni trascorsero vuoti per l’uomo, che soffriva per amore e si chiedeva se la donna, scordato il suo giuramento, non si fosse innamorata di un altro.

Abbiamo giurato il nostro amore

spezzando in due un limpido specchio.

In quale luogo si rifletterà mai,

ora, l’immagine

della sua padrona?

Mentre Deyan così si struggeva per la consorte, un principe, affascinato dalla sua grande bellezza ed eleganza, si innamorò perdutamente di lei. Passò del tempo. Sebbene la sua condizione fosse di gran lunga migliore rispetto a quella del passato, la donna continuava a portare lo specchio al mercato, restando fedele in cuor suo al giuramento fatto nel passato e ad amare Deyan in segreto. Finalmente apprese che un uomo aveva l’altra metà dello specchio; così seppero l’uno dell’altra e si incontrarono.

Dopo l’incontro, la dama dei Chen perse la sua consueta serenità. Il principe se ne accorse e trovandolo strano gliene chiese il motivo. Per un po’ lei trovò delle scuse ma, alle insistenze del principe, benché afflitta raccontò ogni cosa. Udita la storia, il principe bagnò le sue maniche di lacrime; profondamente commosso le fornì una splendida dote e la lasciò tornare dal suo precedente marito. Deyan ne fu oltremodo felice, ma per prima cosa versò lacrime di commozione.

Quando ci siamo scambiati il giuramento

nessuna ombra

offuscava i nostri cuori.

Ora l’acqua del fiume Naka

è tornata trasparente.

La donna rinunciò alla sua posizione privilegiata perché non aveva scordato il giuramento del passato. Tuttavia, è da considerare impareggiabile la sensibilità dimostrata dal principe.

 

Dal Kara monogatari (Racconti cinesi),

antologia di aneddoti della tradizione cinese attribuita a Fujiwara no Shigenori (1135-1187).

Traduzione e curatela di Maria Chiara Migliore. Edizioni Ariele, Milano, 2015, pp. 59-61.

 

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Questa antologia di racconti della tradizione cinese raccolti e rielaborati forse da Fujiwara no Shigenori ci ricorda come queste storie abbiano avuto una profonda eco nella cultura giapponese, costituendo un serbatoio di motivi a cui hanno attinto poeti, narratori e artisti nel corso dei secoli. Vale la pena allora conoscere tutte le storie che la compongono, storie di amizia e storie, come questa di amore imperituro. Grazie al lavoro paziente di traduzione di Maria Chiara Migliore, possiamo scoprire tutto il fascino del Kara monogatari. Buona lettura!