Una poesia di Kusano Shinpei. Per l’estate che se ne va.

Nella foresta del Tōhoku. Agosto 2013.

 

alberi alberi.

alberi.

luna piena.

 

  radici d’abeti torreggianti scavano

    gallerie attraverso la roccia

    la ghiaia compatta circondano e

    direttamente raggiungono il fondo.

  gigantesche radici di faggi sopra di loro si

    arrampicano strisciano.

    l’aspre radici delle querce s’abbrancano a quelle

    dei faggi in mezzo alle conchiglie fossili.

  bassi lussureggianti bambù a grandi strisce sopra

    escrementi e orina che succhiano.

    radici d’albero di Giuda e di querce che si uniscono

    intricate soltanto per poi separarsi.

  radici minuscole antenne.

  cibarie acquitrinose assorbono s’estendono

    salgono salgono su in ogni direzione.

  le radichette degli alberi di Giuda si nutrono e

    assorbono e passano il tutto alle radici delle

      querce e metà di quello che le querce succhiano

    sale alle vette degli alberi di Giuda

    l’altra metà rimane nelle loro

    grasse radici.

humus, argilla, pietre, roccia, ghiaia.

  in fasce laterali.

ciascuna cosa un colore speciale ma nell’insieme nero.

migliaia di radici arrampicantesi che

       strisciano passano nel buio

      sopravvivendo l’un l’altra crescendo.

migliaia di radici, e non un solo segno

     di movimento.

 

sotto la luna piena.

alberi alberi.

alberi.

 

Kusano Shinpei

(1903-1988)

 

 

Trad. di Cid Corman, Susumu Kamaike e M. Datini jr. 

“Foresta”,  in Rane e altre cose, a cura di Cid Corman, Guanda, Parma, 1969.