Un’eleganza senza tempo. A Merano, una serata dedicata al kimono.

Torii Kiyonaga (1752-1815), Il saluto della sera del Settimo Mese, dittico (part.), 1784.

Centro per la Cultura

Merano, Via Cavour 1

giovedì 19 ottobre – ore 20.30

 

ROSSELLA MARANGONI:

Un’eleganza senza tempo: introduzione al mondo del kimono

CONFERENZA CON IMMAGINI 

e

VESTIZIONE DEL KIMONO

maestra Tomoko Hoashi

commento storico-tecnico di Rossella Marangoni

 

Il kimono (letteralmente “cosa che si indossa, indumento”, da mono, cosa e ki, radice del verbo kiru, indossare), è il costume nazionale giapponese che si indossa in ogni occasione seguendo un preciso codice. Il kimono ha mantenuto la stessa forma originaria che risale all’VIII secolo: una pezza di tessuto che, chiusa sovrapponendo il lato sinistro a quello destro, forma con l’angolo delle maniche una grossa T. Viene tenuto chiuso dall’uso di una lunga fascia variamente annodata, l’obi.  

Ogni donna giapponese, quando indossa il kimono, segue un codice che le permette di scegliere il kimono adatto all’occasione, cui accostare correttamente lo obi e gli accessori più indicati. 

La quantità e la complessità delle parti che compongono il kimono e la lunghezza e pesantezza dell’obi fanno sì che a volte si reputi necessaria la presenza di una persona che aiuti a indossarlo. La vestizione del kimono diventa allora una vera e propria cerimonia il cui rituale rimanda alla tradizione estetica classica del Giappone.

In occasione della mostra Lehnart monogatari, dedicata al periodo giapponese di Franz Josef Lenhart e organizzata da Mairania 857, Rossella Marangoni, dell’Associazione Italiana per gli Studi Giapponesi (Aistugia), terrà una conferenza introduttiva al mondo del kimono: un viaggio fra moda, design, arte e poesia per scoprire il fascino sottile e misterioso di un’eleganza senza tempo.

A seguire, la vestizione del kimono verrà presentata dalla maestra Tomoko Hoashi con il commento storico-tecnico di Rossella Marangoni.

 

 ➻ Ingresso libero fino a esaurimento dei posti.

 

 

Treviso 2016. Foto di Mario Garavaglia.